I 50 anni del ristorante Da Vittorio raccontati dai Cerea
Febbraio 19, 2018 by ValentinaDa Vittorio spegne 50 candeline: è stato presentato un libro che illustra i 50 anni del ristorante Da Vittorio raccontati dalla famiglia Cerea.
Un libro che attraversa cinquantanni anni di lavoro e passione, i 50 anni del ristorante da Vittorio raccontati dalla famiglia Cerea che li ha vissuti. Un libro presentato a Milano e a Bergamo che racconta l’impresa, il sogno, la determinazione e l’impegno di questa famiglia. Il racconto si snoda attraverso le voci dei protagonisti di ora, perché Vittorio è mancato diversi anni fa, quindi sono la moglie Bruna e i figli Roberto, Enrico, Francesco, Barbara e Rossella a parlare.
La storia del ristorante Da Vittorio
Sono tutti uniti per raccontare i 50 anni del ristorante da Vittorio. Per raccontare una storia d’amore, di volontà per affrontare insieme le sfide, con paura sì, ma trovando il coraggio di farlo, di credere in questo grande sogno. Vittorio era un sognatore, ma senza il suo sogno non ci sarebbe stato il coraggio di cambiare.
Ci vuole coraggio a voler aprire un ristorante di pesce negli anni ’60 a Bergamo, quando per la mentalità popolare il pesce era solo l’espiazione della penitenza del venerdì. Si perché nella religione cattolica, fin dal 1917 era richiesta l’astinenza dalle carni il venerdì. Di conseguenza il pesce era divenuto l’alimento da consumare il venerdì. Ora l’astinenza può essere sostituita da opere di carità, e il pesce ha recuperato valore in cucina, ma nel 1966, quando ha aperto Da Vittorio non era così. Serve coraggio anche a lasciare il centro di Bergamo, avendo già ricevuto due stelle Michelin, per trasferire Da Vittorio in una villa nel verde della provincia, a Brusaporto.
I ricordi, gli aneddoti, le sensazioni raccontati nel libro dai fratelli Cerea
Nel libro sono presenti aneddoti, ricordi dell’adolescenza dei figli, come vedevano papà Vittorio sempre al lavoro, sempre pronto a sperimentare. Un padre che è riuscito a dare un senso a quel lavoro e a dimostrare l’importanza della famiglia. Un padre sempre presente per i figli, risolveva i problemi, trovava soluzioni, e sopratutto gratificava chi era al suo fianco.
Le intuizioni di Francesco Cerea
Tante le innovazioni giunte in seguito, da Francesco che ha scelto di occuparsi della ristorazione esterna, guai ad usare con lui la parola catering, non fatelo altrimenti vi guarda malissimo. Francesco è riuscito a portare la cucina fuori dal ristorante Da Vittorio. Non cibi precotti, ma tutto cucinato al momento, anche in altre città, facendo la spesa dovi ci si trova, per valorizzare le materie prime di quel territorio.
Se devo dire la verità però quello che mi ha emozionato è stato Enrico, il maggiore, executive chef. Un uomo che ancora oggi si emoziona a parlare di papà Vittorio, il suo più grande amico. Un uomo così avanti con il pensiero che ha voluto che i figli viaggiassero in tutto il mondo, riportando così un patrimonio di conoscenze nuove e di sensazioni. E un patrimonio di grande umanità, aggiungo io.
Guardate che le emozioni e l’amore si trasmettono anche nel cibo, e questo si avverte nell’aria. Ascoltandolo, si respirava la suggestione di questa emozione. Anche le figlie di Vittorio hanno partecipato alla vita di questa famiglia: Barbara ha un sorriso speciale, perciò si è occupata dell’accoglienza, ogni persona che entrava nel ristorante Da Vittorio era accolta dal suo sorriso, mentre Rossella si dedicava al guardaroba.
Tutti avevano un compito, fin dai tempi della scuola. Tanti i ricordi dei personaggi famosi per i quali hanno cucinato, anche se ricordano volentieri il pranzo ufficiale della Regina Elisabetta II, che ha apprezzato molto il loro risotto, chiedendo il bis.
Lo so volete le ricette per provare queste prelibatezze nel caso capitasse a cena qualche maschietto interessante. Se poi faremo brutta figura possiamo sempre dare la colpa a loro e alle loro ricette.
Vi descrivo due ricette presenti nel libro.
Paccheri alla Vittorio
uno dei piatti icona del ristorante, ve lo spiego subito:
- fate rosolare uno spicchio d’aglio in un bicchiere di olio d’oliva
- Aggiungete 200 gr. di pomodori S.Marzano, 80 gr. di pomodori cuore di bue
- Fate cuocere 40 minuti, frullate tutto e al sugo ottenuto, aggiungete 80 gr. di pomodori datterini.
- Cuocete i paccheri, scolateli, unite 20 gr. di burro, parmigiano reggiano, un po’ di olio e il sugo di pomodori. Mescolate bene, sempre sul fuoco, si deve formare come una salsa cremosa.
Vi è venuta fame? Adesso vi racconto l’altra ricetta.
Branzino alla clessidra
- Preparate una pentola con 250 gr. di acqua, la scorza di un’arancia, erbe aromatiche, tranci di branzino su una griglia e ovviamente la clessidra.
- Scaldate 20 pezzi di pietra lavica sul fuoco per 20 minuti (devono diventare roventi)
- Scaldate anche una pentola di ghisa grande con coperchio sempre per 20 minuti, poi inserite le pietre roventi nella pentola.
- Sopra le pietre mettete prima la scorza d’arancia e le erbe aromatiche, poi la griglia con i tranci di branzino.
- In un colpo solo versate tutta l’acqua sulle pietre roventi e velocemente coprite col coperchio. Il vapore che si formerà cuocerà il branzino.
- Adesso girate la clessidra e aspettate, in genere 7-8 minuti.
- Sistemate il branzino nei piatti, aggiungete sale, pepe e olio et voilà.
Questo piatto però non fatelo a casa, non rischiamo ustioni e allagamenti in cucina, meglio mangiarlo da loro.
Tornando al libro che hanno presentato devo dire che è molto interessante, ci sono molte altre ricette che si possono provare, io voglio tentare le orecchie d’elefante, poi vi racconto se ci sono riuscita. Bellissime anche le foto, scattate dal mitico Giovanni Gastel, un artista che sa dominare la luce. Dite la verità che vi ho incuriosito, poi mi farete sapere chi avete conquistato in cucina.
Credits: foto prese da google.com/ photo courtesy press office
Se cerchi un altro ristorante nella provincia di Bergamo, leggi il mio post:
Se cerchi un ristorante stellato:
Se invece cerchi un ristorante a Milano:
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Chi sono
Sono Valentina, content creator, alta, bionda e naif. Curiosa e solare, non
cammino, corro. Anche sui tacchi. Pianifico e programmo, osservo le stelle, ma
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Non dico mai bugie, infatti ho le gambe lunghe… e la sincerità è alla base di
tutto quello che scrivo.
Di cosa scrivo? Moda, beauty, viaggi.
Come lo posso fare per il tuo brand? Decidiamolo insieme. Intanto leggi il mio blog.
7 commenti
Sono rimasta letteralmente affascinata dal branzino alla clessidra… wow che meraviglia
Vorrei provare una loro cenetta. Magari una sera in estate. Poi voglio leggere il libro e provare anche i paccheri.
Una famiglia fantastica, che hanno saputo portare in alto e avanti il gran nome del padre e marito!!! Conosco famiglie che dopo la scomparsa del pilastro hanno fatto andare in decadenza l’attività mandata avanti con dedizione…. Qui il contrario…. Hanno voluto renderlo orgoglioso di loro…e sicuro sarà così!!! Una cena la voglio fare, e voglio anche leggere le loro ricette.
Sono contentissima che vi sia un ristorante che anche dopo anni, e dopo la mancanza della persona che lo ha creato riesca ad andare avanti con tutta la famiglia rimasta. I piatti sembrano molto buoni, l’ambiente molto elegante. Il libro voglio leggerlo.
Un ristorante più che storico mi sembra di aver capito…. È dalle ottime ricette. Assaggerei volentieri il branzino….Prenoterò una cenetta e voglio anche provare a fare i paccheri devono essere molto buoni.
Che bello poter leggere di realtà come questa, si capisce tutto l’amore che c’è. Mi ha incuriosito molto, se posso vorrei andarci. Anche il libro mi interessa, spero di riuscire in qualche ricetta.
Anche se è molto lontano da me, ho sentito parlare tanto di questo ristorante, deve essere ottimo. Non riesco ad andarci ma il libro lo voglio leggere.
Davvero interessante questo ristorante storico, e che ricetta golosa. Hai descritto molto bene questa famiglia di risotratori, mi incuriosisce, voglio provare ad andarci.