Chi non abita a Milano non può comprendere cosa sia la Pasticceria Cova. Questo iconico locale milanese ha brindato da poco ai 200 anni della Pasticceria Cova.
Un locale storico che rappresenta degnamente la città di Milano, e che ha festeggiato 200 anni della Pasticceria Cova. Un caffè fondato nel 1817 da Antonio Cova, un soldato di Napoleone, in un palazzo di fronte alla Scala.
Arredamento elegante, senza risparmio di luci e specchi, subito molto frequentato dalla nuova borghesia, che con la rivoluzione industriale stava diventando la nuova classe dirigente. Ha visto artisti, politici, scrittori, musicisti, da Giuseppe Verdi a Puccini, Garibaldi, Mazzini, poi Maria Callas, Hemingway, nessuno resisteva al suo richiamo. Neanch’io veramente, quando arrivo alla Pasticceria Cova scordo tutti i buoni propositi di dieta.
Quando è nato questo locale storico?
Locale nato ancora prima dell’ Italia, quando Milano era sotto l’impero austriaco. Al piano terra del Cova si ritrovavano gli ufficiali dell’Impero asburgico che discutevano come scovare i patrioti italiani che si nascondevano. Non immaginavano che i patrioti carbonari frequentavano il primo piano del Cova, sopra le loro teste. Ma il destino mischia le carte, il bombardamento del 1943 distrusse sia il Cova che parte della Scala, e la pasticceria si trasferì in seguito in Via Montenapoleone, dove erano già presenti le boutiques e gli ateliers degli stilisti.
La storia del proprietario Mario Faccioli, raccontata prima di brindare ai 200 anni della Pasticceria Cova
Un ragazzino pieno di energie e di entusiasmo, Mario Faccioli, a 12 anni si spostava ogni mattina dalla provincia di Pavia, in corriera o in bicicletta fino a Milano per lavorare in una salumeria. E’ bravo, capace, determinato, cresce e riesce ad aprirne una sua. Così bravo che il Salumaio di Via Montenapoleone lo chiama come direttore del suo negozio. Camice bianco, impeccabile, diventa per tutti Mario, conosciuto e apprezzato dall’esigente clientela di quella iconica via.
Come venne acquistata La Pasticceria Cova
Tre le grandi passioni di Mario, il lavoro, l’Inter e la montagna, sopratutto il lavoro, quello vero, senza risparmiarsi. Ma Mario ama le sfide, non si accontenta e mette gli occhi sulla Pasticceria Cova, che stava scendendo di livello, ma non ha tutto il capitale necessario per l’acquisto. Ha però le conoscenze del mondo dell’imprenditoria milanese e risolve il problema senza banche e scartoffie, solo con una stretta di mano, come si usava tra gentiluomini, quindi acquista il Cova.
Nel giro di una settimana, con un prestito concesso in un attimo dalla signora della finanza milanese. Sempre presente, sempre a migliorarsi, apre negozi anche a Hong Kong e a Dubai. Adesso ha deciso di lasciare spazio alle due figlie, Paola e Daniela, che hanno ereditato la stessa passione. Per fortuna, penso io, quando assaggio le loro specialità, sempre eccellenti.
La presentazione del libro
Passione che appare anche nel libro, scritto da loro, che racconta i 200 anni della Pasticceria Cova, con le fantastiche foto di Giovanni Gastel. Avevo già scritto di lui, con la famiglia Cerea, e di come le sue foto potessero trasmettere emozioni. Non è solo la tecnica, è il cuore, l’inventiva, la genialità. La bicicletta con le specialità di Cova nelle ruote, per ricordare l’inizio del padre Mario, o le tazzine con le foto dei personaggi. Sono fotografie che rendono l’essenza dell’anima. Si, adoro Gastel, scusatemi.
Ma qualche giorno fa al Cova Garden la pasticceria non era l’unica protagonista: alle 200 candeline si brindava con lo champagne Ruinart, una delle Maison più antiche. E’ stata fondata nel 1729, da un monaco benedettino, Dom Thierry Ruinart, che aveva compreso presto l’importanza della produzione e del commercio dello champagne, sopratutto perché molto amato dall’aristocrazia europea.
Fu suo nipote comunque a realizzare la produzione della Maison, che scelse lo Chardonnay come fil rouge per tutte le sue bollicine. Da allora Ruinart ha conquistato tutto il mondo. Noi per l’occasione, abbiamo brindato con lo Champagne Ruinart Brut Rosè, fresco e delicato, con un sentore di frutti rossi e melograno. Champagne adatto ad accompagnare le prelibatezze di Cova, ascoltando i pezzi del DJ Matteo Ceccarini.
Risotto rigorosamente allo Champagne Ruinart, (buonissimo, io che amo molto il risotto, l’ho definito un’opera d’arte) deliziosi finger food. poi una torta gigantesca e scenografica, ispirata ai 200 anni della Pasticcera Cova, che ha annullato all’istante qualunque serio tentativo di dieta, ma ne valeva la pena, credetemi. Sono quelle serate che ti creano emozione, dove partecipi volentieri. Alla prova costume ci pensiamo domani.
Credits: photo © fashioninfusion.it
5 commenti
Non conosco questa pasticceria perché non abito a Milano, ma sicuramente se dovessi andarci, visiterò con molto piacere questo negozio, visto le tante prelibatezze. Mi è piaciuta molto la storia di questo locale
Cova è un’istituzione per i milanesi e non, simbolo di eccellenza di cui bisogna andare fieri. Il connubio con Ruinart è perfetto, come dimostra il party che ci hai descritto!
Davvero una meraviglia questa pasticceria, un posto incantevole. Mi è piaciuta la storia di questo signore che a 12 anni veniva a lavorare a Milano in bicicletta come garzone e poi ha potuto acquistare questa pasticceria. Anche lo champagne Ruinart è uno dei miei preferiti.
Che meraviglia questa tua proposta…mi piace davvero molto questo tuo post, mi ha colpito la storia del signor Faccioli che col suo lavoro ha potuto acquistare una pasticceria storica e anche le loro prelibatezze, innaffiate da un ottimo champagne.
Una storia davvero avvincente! Non dev’essere stato semplice per questo ragazzo riuscire a realizzare questo suo progetto, ha tutta la mia ammirazione.