Grace di Monaco interpretato da Nicole Kidman ha aperto il Festival del Cinema di Cannes, accolto tiepidamente da critica e pubblico.
Grace di Monaco, anche se ben interpretato da Nicole Kidman, è stato osteggiato dalla famiglia Grimaldi, che per la prima volta ha disertato il Festival, ritenendo questo prodotto non consono e non veritiero verso la figura della Principessa Grace.
Come tutti sappiamo, la principessa è stata l’icona della classe e della raffinatezza.
Soprannominata dal Time La ragazza dai guanti bianchi per la sua innata e indiscussa eleganza. Molti abiti, da lei valorizzati sono rimasti nel tempo, mantenendo intatto il loro charme. Quando era una delle attrici più amata di Hitchcock il suo look era firmato da Oleg Cassini, come molte dive americane.
Ma fu sopratutto Christian Dior a creare per lei degli abiti meravigliosi che fecero sognare migliaia di donne. Uno slogan del grande couturier era I miei abiti rendono ogni donna una principessa, e mai come in questo caso è stato vero. Alcuni abiti sarebbero attuali anche adesso come l’abito disegnato da Dior alla cerimonia di fidanzamento a New York all’ Hotel Waldorf Astoria, bianco con il corpino decorato da fiori.
Alcuni particolari del suo raffinato look bon ton sono rimasti nel tempo, come i foulard, che portava annodati al collo o in testa come un turbante. Gli occhiali da sole, le gonne a ruota, i guanti bianchi. Anche la it bag Kelly se potete. Gioielli sobri ed eleganti, pantaloni capri, adesso attuali.
Nel film i costumi riprendono fedelmente il look della principessa. Ma torniamo a questo argomento.
Esprimo quindi la mia personale opinione su questo film, interpretato da Nicole Kidman
Grace di Monaco, ovvero un’icona di eleganza, viene rappresentata sullo schermo non come una donna vera, ma come una copia di un famoso dipinto. Come sono le copie dei dipinti? Lo rappresentano nella sua esteriorità, come lo vediamo, ma sono impersonali, senza particolari che rivelano l’essenza del pittore.
Le copie non trasmettono il messaggio dell’artista. Così il film non emerge, non ha slanci di personalità, non mostra tratti decisi, ma solo una tranquilla, sceneggiata bon ton. Credo che il regista abbia cercato di scavare nei solchi dell’anima, di comprendere le motivazioni delle scelte e le ragioni del cuore, ma senza spingersi oltre al già noto.
Qual’è la trama del film?
Gtace Kelly, diva di Hollywood, famosa e acclamata, ha scelto di incarnare l’antica favola di Cenerentola sposando un principe, anche se di un piccolissimo stato. Un sogno da fanciulla anni cinquanta, realizzato però dopo una parentesi da star, abituata al red carpet e agli applausi.
Qui si innesta la proposta accattivante di Hitchcock, il ritorno sul set, con il film Marnie. A destabilizzare questa situazione, dopo il matrimonio del secolo e i figli, il momento politico di tensione per la minaccia della Francia di De Gaulle di invadere il Principato.
Cosa ha influito sulla decisione di Grace di restare al fianco del suo principe?
L’amore sopra ogni cosa, la ragion di stato, la consapevolezza di avere un altro ruolo. Forse sapere che non avrebbe più potuto riprendere la vita di prima, magari la mancanza di coraggio di affrontare una sfida nuova, ancora più radicale della precedente.
Forse tutte queste motivazioni, unite all’ accettazione della sua situazione, unita alla lotta contro nemici conosciuti e altri invisibili, ma sempre subdoli e preoccupanti, che vanificavano ogni sua azione.
Quale altra situazione ha influito sulle scelte della principessa?
Certamente anche i fantasmi dell’inconscio, di ciò che si vorrebbe e di quanto invece si ottiene. Una figura grandissima comunque, che il film non riesce a delineare pienamente, ma che si impone con il suo ricordo.
credits: photo © uniFrance Films