A Milano il food si unisce al design nel ristorante The Manzoni di Tom Dixon
Ho partecipato ad un pranzo al ristorante The Manzoni di Tom Dixon, a Milano. Si trova nella centralissima Via Manzoni, nel quadrilatero della moda. E la dieta? Dai, le diete si sa, iniziano sempre domani. Vi assicuro che il cibo, declinato secondo la stagione, è fresco e leggero. Poi c’è sempre la palestra o la salutare vado a casa a piedi, come alibi. Intanto gratifichiamoci un po’.
Se non lo conoscetete, il ristorante The Manzoni di Tom Dixon, è un ristorante di design
Perchè ristorante di design? Perchè è anche uno showroom del designer britannico Tom Dixon. Molto ampio, un bar all’ingresso, una lunga sala fino alla cucina e altri ambienti sul fondo. Tom Dixon, per chi non lo conosce, è un designer innovatore, che lavora principalmente a elementi di illuminazione, arredamento, e oggettistica. Ha fondato il suo marchio nel 2002, e ha scelto The Manzoni per il suo hub multitasking. Gli interni sono decisamente contemporanei, acciaio, granito, marmo, pietra lavica, ottone, pioggia di lampadari particolari, perfino una giungla metropolitana.
Siamo in un ristorante parliamo della sua cucina
In questo regno troviamo il giovane Executive Chef Giuseppe Daniele. Attenzione, giovane significa con desiderio di sperimentare e di osare, non altro. Con lui anche lo sous-chef Gabriele Fiorino, e il pastry chef Halit Gajda.
Una cucina innovativa, con una grandissima attenzione alle materie prime. Lo chef Giuseppe Daniele ha collaborato con Luigi Taglienti del Lume, e al Bulgari di Milano, con lo chef Niko Romito. Una cucina contemporanea, dove accanto a piatti storici, come la cotoletta alla milanese, si affiancano piatti nuovi. Declinati e proposti secondo le stagioni, rispettando il ciclo naturale di ogni ingrediente, che in questo modo viene valorizzato al meglio.
Il menù Ul tra, oltre
Io ho pranzato qui mentre è in arrivo la primavera, quindi il menù, che cambia, come vi dicevo, secondo le stagioni, adesso si chiama Ul tra. La proposta gastronomica attraversa la stagione primaverile, e conduce a quella estiva. Ul tra dal latino oltre, superiore, oltre le sensazioni. Una proposta che vuole andre oltre la classicità, oltre l’apparenza, per un dialogo innovativo. Iniziamo subito con gli snack di benvenuto, piccoli assaggini per predisporre il palato.
Come è composto il menù Ul tra
Iniziamo il viaggio con un appetizer che racchiude un mix di sapori. Carciofo arrosto con purea di melanzane, arachidi, confettura di pomodoro e vaniglia. Il carciofo si sposa bene con la purea di melzane, e il retrogusto amaro viene mitigato dal pomodoro e vaniglia.
Nulla è lasciato al caso, anche il pane, che è preparato dal panificatore e pastry chef Halit Gajda. Proseguiamo nel percorso gastronomico con la Quaglia in tre consistenze, prugne e patata soffiata. Il sapore sapido della quaglia ha un velo di dolce acido unendosi alla prugna e la patata, buonissimo.
Passiamo ora al primo piatto. Qui sorprende la pasta fine, chiusa a mano, dei tortelli ripieni di anguilla, salsa alla pizzaiola e salicornia. L’anguilla è stata resa più leggera, con la cottura, si coniuga bene con la salsa alla pizzaiola e il sapore leggermente salato della salicornia, chiamata anche asparago di mare. Se vi piace l’idea di consumarla trovate la salicornia in vendita nelle pescherie, pur essendo una verdura. La potete unire all’insalata, evitando così il sale, oppure lessare. Molto ricca di iodio, è adatta nelle diete. Vedete che lo chef ci ha pensato?
I secondi piatti e il particolare dessert
Il secondo piatto è una sorpresa con il Coniglio ripieno, con cicoria, salsa ai pinoli, e fondo piccante. Particolare e piacevolmente gustoso, fin dal primo assaggio. Come avrete notato, in primavera le lavorazioni sono più leggere, con l’utilizzo di vegetali di stagione. Una lavorazione accurata, che mostra la sua grande capacità creativa.
E adesso veniamo al dessert, preparato in modo impeccabile dal pastry chef Halit Gajda, che si occupa anche della panificazione. Una tavolozza di colori che illumina il piatto, con questo Uovo alla catalana e passion fruit. Il rosa intenso dell’uovo risulta in contrasto con la crema sulla quale viene adagiato. E basta rompere l’uovo con un cucchiaio, siate decisi, altrimenti non si apre, perchè sprigioni tutta la leggerezza e la delicatezza di una nuvola. L’ho letteralmente divorato, era semplicemente divino.
Alla fine del pranzo, si ha la consapevolezza di aver preso parte ad un percorso gastronomico gratificante ed entusiasmante, e vi assale il desiderio di tornarci. Sopratutto durante la Design Week, in aprile, dove il design dominerà le vie di Milano. Vi piacerebbe provare questa esperienza?
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